Ciao Max, ti scrivo qui perchè su facebook non avevo voglia di parlare di cose serie, perchè non è fatto per quelle cose. Ti scrivo in modo serio, e nel modo in cui abbiamo sempre parlato, schiettamente, senza alcun pelo sulla lingua.
Scusami se può sembrare uno sfogo, e se forse lo è, ma sento di doverlo fare ad ogni costo.
Sono passati molti anni, l’ultima volta che ci siamo visti, era giugno 2009.
Sono venuto per mesi a lezione di chitarra da te, ed anche se ho imparato poco, per milioni di motivi, non dimenticherò mai la persona che eri.
Abbiamo passato un sacco di serate a parlare, di qualunque cosa, di amore, della vita, del nostro concetto di religione. Siamo fatti così, quando passa il tempo, alcune cose sembrano perse, ma rimangono lì, dentro di noi, e riaffiorano in momenti come questi.
Mi ricordo tutti i tuoi insegnamenti, che vanno ben oltre la musica e lo strumento. La tua visione zen della vita, i discorsi su quanto tu amassi tua figlia e su quanto ti devastasse poterla vedere poco. La frustrazione sul non trovare un posto in quest’Italia di merda..
Poche persone hanno la passione che avevi tu alla chitarra, basta sentire un qualunque tuo pezzo, composto o suonato, per rendersi conto di quanto tu andassi a toccare alcune profondità, che molti, me compreso si sognano per tutta la vita.
Abbiamo riso e scherzato come cretini, ci siamo intristiti ed abbiamo riflettuto su cose serie, e tutto questo sempre in modo scanzonato e passami il termine “cazzone”.
Ed è così che ti ricorderò per sempre, ed è così che la stracazzo di gente che parla perchè ha la fottuta lingua in bocca dovrebbe ricordarti.
Inutile specificare che hai suonato con gli Europe, Jennifer Batten, da cui deriva il nome di tua figlia. Hai conosciuto il mondo musicale come uno su un milione riesce a fare.
Eppure qui, in questo ridente Paese in cui basta un social per diventare ricchi, tu non avevi il tuo posto. Non funziona nulla.. Non dovrebbe essere così.
In questi ultimi 8 anni, se non fosse stato per la mia famiglia e quella di mia moglie, avremmo vissuto in strada, ma avevamo un sostegno, qualcosa che per qualche bastardo motivo a te è stato negato.
Scusa la rabbia e l’angoscia, ma non è giusto il modo.. Non è concepibile che una persona con le tue doti, e la tua umanità, fosse senza lavoro..
Non riesco neanche ad immaginare cosa volesse dire per te tutto questo.
Le varie e varie volte in cui ascoltavo il tuo album Synaba, sentivo la complessità, la passione, l’amore per musica e chitarra. Le tue dita scorrere su quel cazzo di manico come nulla fosse. La voce, l’energia e le parole del tuo strumento che si muovevano e guizzavano qua e là come impazzite.
Non deve esistere un mondo in cui un talento del genere, una persona di cuore come te, debba patire tutto questo..
Questa estate, quando ti ho scritto, ti sei scusato per avermi risposto con qualche ora di ritardo, dicendo che era appena morto tuo padre..
Quale persona si scusa per una cosa del genere? Tu Max, e nessun altro.. Ed anche se sono passati dieci anni dall’ultima volta che ci siamo visti, e ci siamo sentiti poco, mi ricordo di quando ti ho invitato da me a Natale, o di quando ti ho invitato al mio matrimonio. Per motivi di salute non sei potuto venire, ma mi ricordo la tua faccia preoccupata e la risposta per il matrimonio: “Ma non farmi suonare”. Ed io: “No, non ti invito in quanto musicista, ma in quanto amico”.
E mamma mia quante stronzate ci siamo detti 😀
Ricordo le volte che finita lezione da una vita, ad un certo punto dovevamo per forza di cose smettere, perchè il giorno dopo tu davi lezioni ed io dovevo andare a lavoro, ma era così divertente..
Tu eri così, ed ovunque tu sia, so che stati suonando, e dicendo stronzate, e fumando mille sigarette, e discutendo di vita, amore, morte, musica, con uno dei tuoi nuovi allievi.
Non saprei cosa altro dire.. Ho così tanti pensieri e ricordi che viaggiano per la testa, ma parlavamo sempre di energia, e di karma, e so che tu li senti tutti..
Sono davvero grato di averti conosciuto, e per un pò di aver condiviso qualche serata amico mio, perchè tu mi hai sempre chiamato così: “amico mio”, ma sto piangendo come un coglione mentre ti scrivo, e non voglio sporcare la tastiera del pc 😀
Un abbraccio forte, grande, umile, geniale uomo e chitarrista dall’anima buona..
Ciao Max!
Roby